Il mondo è indignato per la politica razzista sui rifugiati del Regno Unito Il mondo è indignato per la politica razzista sui rifugiati del Regno Unito

L'Alta Corte di Giustizia e la Corte d'Appello di Londra stanno esaminando le sfide legali dell'ultimo minuto a una nuova politica del governo britannico, in base alla quale i richiedenti asilo devono essere espulsi in Ruanda mentre le loro domande sono in fase di elaborazione.

Il primo volo per il paese dell'Africa centrale dovrebbe partire martedì, mentre l'organizzazione benefica per i rifugiati, Asylum Aid, presenterà le argomentazioni davanti all'Alta Corte lunedì.

Il gruppo insiste sul fatto che il piano del governo, che offre ai richiedenti asilo una settimana per ottenere consulenza legale e presentare il loro caso per evitare l'espulsione, è ingiusto.

Le obiezioni alla politica vengono anche presentate alla Corte d'Appello da altri due gruppi per i diritti umani e un sindacato. L'ultimo tentativo arriva poco dopo che un giudice ha rifiutato le richieste degli attivisti di un'ingiunzione per bloccare il primo volo di espulsione. L'Alta Corte si è schierata con il governo, sostenendo che c'era un "interesse pubblico materiale" per consentire al piano di andare avanti.

Sebbene il governo britannico non abbia rilasciato i dettagli dei primi 30 richiedenti asilo che vuole inviare in Ruanda, gli enti di beneficenza affermano che tra questi ci sono cittadini siriani e afgani.

A metà aprile, il primo ministro Boris Johnson ha presentato un accordo, in base al quale il Ruanda avrebbe ospitato i migranti in cerca di asilo in Gran Bretagna in cambio di un acconto di 120 milioni di sterline (148 milioni di dollari).

A Londra, come chiarito dal Ministero dell'Interno, sosterrà anche il conto per l'alloggio e l'integrazione dei migranti.

"Il nostro nuovo partenariato per la migrazione e lo sviluppo economico significherà che chiunque entri illegalmente nel Regno Unito, così come coloro che sono arrivati ​​illegalmente dal 1° gennaio, possono ora essere trasferiti in Ruanda", ha annunciato all'epoca il Primo Ministro britannico.

Johnson ha affermato che lo schema infliggerebbe un duro colpo ai trafficanti di esseri umani, alleggerendo al contempo i servizi sociali britannici.

Nonostante Johnson insistesse sul fatto che il Ruanda fosse "uno dei paesi più sicuri al mondo", i critici non sono rimasti convinti, con il gruppo del Refugee Council che ha bollato il programma come "crudele e cattivo". Il partito laburista si è anche affrettato a cogliere falle nel piano, che ha affermato essere "estorsione, oltre che impraticabile e non etico".

Secondo il quotidiano britannico Times, non sono solo i gruppi di opposizione e di diritti ad essere molto critici nei confronti del piano, ma anche il principe Carlo, l'erede al trono britannico.

Secondo quanto riferito, il reale ha descritto il piano del governo come "spaventoso" durante il fine settimana.

Quando gli è stato chiesto un commento, un portavoce del principe Carlo non ha negato di aver espresso opinioni personali sulla politica, osservando, tuttavia, che il reale è rimasto "politicamente neutrale", in linea con la costituzione non scritta della Gran Bretagna.

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